Cibo che mangi, odore che senti

Cibo che mangi, odore che senti

Immagine 2Da dove nasce l’odore delle feci? Non si tratta di curiosità morbosa, ma piuttosto di conoscere i processi che sono alla base della salute gastrointestinale.

Acre e pungente, nauseabondo o rancido che sia, l’odore delle feci è un indicatore dello stato di benessere dell’intestino. Sono infatti i batteri della flora intestinale a determinare la putrefazione dei nutrienti sfuggiti all’assorbimento: dagli aminoacidi - i costituenti delle proteine - originano amine tossiche come putrescina, indolo o scatolo, che conferiscono alle feci uno sgradevole odore di pesce andato a male; dagli zuccheri non digeriti derivano invece alcuni acidi grassi volatili dall’aroma tipico, acre e pungente. Le feci diarroiche non sono particolarmente maleodoranti, al contrario di quelle che permangono più a lungo nell’intestino. Le feci diventano maleodoranti anche in caso di malassorbimento: per esempio, nella celiachia l’odore è nauseante e rancido.

Quando il malassorbimento è soprattutto proteico l’odore è nauseabondo, mentre si fa acre e penetrante quando nel colon arrivano quantità ingenti di zuccheri e di amidi non assorbiti o maldigeriti. L’odore delle feci è dunque influenzato dalle abitudini alimentari - quantità di proteine, alimenti aromatici come aglio e cipolle -, dallo stato di salute della flora batterica e da stili di vita particolari, come fumare o masticare tabacco.

In generale, il consumo di pasti piccoli e ben bilanciati, non associati a quantità eccesive di alimenti incompatibili, aiuta a migliorare i processi digestivi e di conseguenza l’odore delle feci.
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