Dispepsia

Dispepsia


Definizione

Il termine dispepsia fa riferimento alla condizione descritta comunemente come “cattiva digestione”. Non è considerata una vera patologia ma un disturbo caratterizzato da sintomi caratteristici, che comprendono dolore o fastidio all’addome superiore (epigastrio) accompagnato da una sensazione di pienezza postprandiale. La dispepsia è ampiamente diffusa nei Paesi occidentali ed è verosimilmente legata a stili di vita e ad abitudini dietetiche scorrette.


Sintomi

Chi soffre di dispepsia può presentare uno o più dei seguenti sintomi:

  • sensazione di sazietà precoce o di pienezza persistente prima o dopo il pasto
  • fastidio localizzato al di sotto dello sterno, con dolore da lieve a moderato
  • bruciore (pirosi)
  • gonfiore e nausea

Vomito ed eruttazione sono sintomi meno frequenti.

Un’indigestione lieve non è preoccupante se il malessere non dura più di due settimane, mentre è importante rivolgersi al proprio medico in caso di perdita di appetito, calo del peso corporeo, vomito ripetuto o con presenza di sangue, feci molto scure, difficoltà alla deglutizione, affaticamento e stanchezza (possibili sintomi di anemia). In caso di respiro difficoltoso o di dolore toracico che irradia al braccio o al collo è necessario un controllo medico urgente.


Cause

La dispepsia ha diverse cause possibili. Nella maggior parte dei casi la cattiva digestione dipende da stili di vita inadeguati e può derivare da un’alimentazione scorretta e dall’impiego di alcuni farmaci. Le cause più comuni sono:

  • cibo eccessivamente abbondante o ingerito troppo velocemente
  • alimenti grassi, troppo conditi, fritti o piccanti
  • abuso di caffeina, fumo, alcool, cioccolato o bevande gassate
  • ansia e stress
  • infezione da Helicobacter pylori
  • impiego di medicinali (antibiotici, antinfiammatori non steroidei quali aspirina o ibuprofene, supplementi di ferro, eccetera)
  • obesità.

Sebbene raramente, la dispepsia può essere il sintomo di altri disturbi dell’apparato gastrointestinale quali gastrite, reflusso gastroesofageo, ulcera peptica, celiachia, calcoli iliari, stitichezza, pancreatite (infiammazione del pancreas), tumore dello stomaco, blocco intestinale, ridotto afflusso di sangue all’intestino (ischemia intestinale).

Quando non esiste una causa identificabile per la cattiva digestione si parla di dispepsia funzionale.

 

Complicazioni

In genere la dispepsia non comporta complicazioni ma può influenzare notevolmente la qualità della vita, provocando malessere e inappetenza. Quando la cattiva digestione è determinata da disturbi sottostanti le complicazioni sono associate a tali disturbi.


Diario della prima visita medica

Qualora si decida di consultare il proprio medico di fiducia o uno specialista gastroenterologo potrebbe essere utile prepararsi all’appuntamento annotando su un diario i propri sintomi e la data di insorgenza, gli eventuali cambiamenti dietetici o i peggioramenti del disturbo nel tempo. È utile compilare una lista dei farmaci che si stanno assumendo, compresi gli integratori vitaminici. Potrebbe essere di aiuto scrivere le informazioni mediche più importanti e la diagnosi eventuale di altre patologie. È importante inoltre segnalare al medico ogni recente cambiamento nella propria vita o gli eventi stressanti, fornendo una descrizione dettagliata della dieta tipica. È consigliabile infine prendere nota delle domande che si vogliono porre al medico (per esempio: “Da cosa possono essere causati i miei sintomi?”, “ Quanto può durare il disturbo?, “Devo seguire una dieta particolare?”, “Quali farmaci posso prendere?”) ed essere pronti a rispondere alle domande del medico (per esempio, “Quando ha sentito i primi sintomi?” “Erano lievi o forti?”, “I suoi sintomi sono stati continui o sporadici?”, “Ha preso qualche farmaco?”, “ Che cosa beve di solito?”).

 
Esami e diagnosi

Durante la visita il medico procederà con la raccolta dei dati (anamnesi) e con l’esame clinico accurato (esame obiettivo). In caso di disturbo lieve e in assenza di sintomi gravi (per esempio perdita ingiustificata di peso e vomito ripetuto) queste procedure sono sufficienti a definire il quadro clinico e a stabilire la diagnosi. In caso di sintomi gravi e di età superiore a 50 anni il medico potrebbe raccomandare ulteriori indagini di approfondimento:

  • esami di laboratorio per valutare eventuali disturbi tiroidei o metabolici
  • test del respiro e delle feci per identificare un’eventuale infezione da Helicobacter pylori
  • endoscopia gastrica per valutare eventuali anomalie del tratto digerente superiore
  • test diagnostici mediante immagine (radiografia a raggi X, ecografia o tomografia computerizzata) per escludere un’ostruzione intestinale.

Se gli esami eseguiti non sono in grado di identificare una causa il medico porrà la diagnosi di dispepsia funzionale.

Trattamenti

I primi interventi per la gestione della dispepsia riguardano soprattutto i cambiameni dello stile di vita:

-       evitare cibi che possono determinare una cattiva digestione (per esempio fritti, cibi grassi o eccessivamente conditi)

-       ripartire il cibo in 5/6 piccoli pasti al giorno invece dei 3 pasti principali

-       ridurre o eliminare il consumo di alcool o di caffeina

-        evitare l’assunzione di farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS)

-       ridurre lo stress e l’ansia.

Se la cattiva digestione persiste potrebbe essere utile l’impiego di farmaci quali il trisilicato di magnesio o l’idrossido d’alluminio, in grado di ridurre l’acidità gastrica. A seconda delle informazioni raccolte nel corso della visita il medico potrebbe infine prescrivere medicinali antiacidi come gli inibitori della pompa protonica o gli antagonisti dei recettori H2, farmaci procinetici (sostanze che favoriscono lo svuotamento gastrico come il domperidone), antibiotici anti-Helicobacter pylori oppure farmaci ansiolitici.

 

Stili di vita

Le difficolà digestive lievi possono migliorare grazie a cambiamenti dello stile di vita relativi:

  • all’alimentazione (mangiare poco e spesso, masticando lentamente e a lungo; evitare cibi grassi e speziati, fritture, bevande gassate, caffeina, alcool e fumo; eliminare gli alimenti che possono determinare una cattiva digestione come peperoni, cipolle e aglio)
  • all’attività fisica (fare regolare esercizio, mantenere costante il proprio peso corporeo)
  • alla gestione dello stress (creare un ambiente adatto durante i pasti, praticare forme di rilassamento e di meditazione, utilizzare il tempo libero per dedicarsi ad attività piacevoli)
  • alla qualità del sonno (andare a letto a orari regolari e dormire per almeno 7/8 ore ogni notte).

 

Supporto

Trattamenti complementari o alternativi alla medicina tradizionale, sempre su consiglio del medico, potrebbero aiutare i processi digestivi e ridurre il tempo di svuotamento dello stomaco (per esempio, l’assunzione di tisane alla menta, alla salvia e alla camomilla o estratti di carciofo o genziana, oppure il consumo di liquirizia 30 minuti prima dei pasti). Infine possono essere utili trattamenti psicologici, tecniche di rilassamento o interventi di terapia cognitiva-comportamentale.

 

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