Tanti, sicuri, collaudati: ecco i probiotici

Tanti, sicuri, collaudati: ecco i probiotici

L’Organizzazione mondiale della sanità ha stabilito che i probiotici sono un elemento essenziale del benessere intestinale. Ma questi fondamentali micro-aiutanti del nostro intestino – batteri, lieviti – vanno ingeriti necessariamente vivi e vitali e devono essere in un numero sufficiente: almeno un miliardo, altrimenti non possono essere commercializzati senza dati clinici aggiuntivi.

Gli integratori alimentari sono quindi ricchissimi di individui batterici: devono infatti garantire che arrivi sulle pareti intestinali una quantità adeguata di microorganismi in maniera da popolare la comunità microbica e a riattivare così le complesse relazioni ecologiche tra le varie specie di microrganismi che abitano il nostro intestino. Non solo. Gli integratori devono anche essere sicuri. Vale a dire, non devono veicolare tramite il DNA dei batteri dei tratti genetici di resistenza agli antibiotici: devono evitare cioè che questi farmaci essenziali per la nostra salute diventino inefficaci.

L’ultima caratteristica di questa classe di integratori è che nessun microrganismo può “improvvisarsi” probiotico. Per essere tale l’uso dei ceppi di microorganismi deve essere infatti documentabile da prima del 1997.

Formalmente si dice che possono essere venduti solo probiotici di “uso tradizionale”, altrimenti rientrerebbe nella categoria e nella disciplina dei novel food. Solo a queste condizioni il probiotico può essere definito un prodotto che, come recita l’etichetta autorizzata dal Ministero per la salute, “favorisce l’equilibrio della flora intestinale”.

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